DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI
IMPIANTI AERAULICI - CENNI DI FLUIDODINAMICA
Prima di entrare nel merito della
trattazione, è doveroso qualche cenno alla fluidodinamica
dell’aria, su cui si basa il calcolo dei canali. In particolare
è molto importante ricordare l’equazione di Bernoulli (1.2),
che ci permette di esprimere le
variazioni di pressione di
un fluido in un condotto.
La sua forma semplificata (1.5),
ricavata per i fenomeni connessi al moto dell’aria nei canali,
contiene a secondo membro le due forme principali di energia
posseduta dal fluido in moto, cioè l’energia di
pressione o "pressione statica", e
l’energia cinetica o "pressione dinamica". La somma
di queste due forme di energia rappresenta l’energia "totale"
dell’aria, chiamata appunto "pressione totale" ;
ebbene, se
non esistessero le famigerate "perdite
di carico", la pressione totale dell’aria, cioè la sua
energia totale, si manterrebbe costante durante il moto e
in tal caso, con buona pace dei progettisti e dei committenti,
i
ventilatori non sarebbero necessari
e comunque non assorbirebbero potenza meccanica.
Purtroppo, come ben sapete, le
perdite di carico esistono e devono pure essere calcolate.
Esse sono evidenti nel primo membro nell’equazione (1.5),
che ci dice che l’energia o pressione totale dell’aria non
si mantiene costante nel moto della
stessa ma diminuisce, di una quantità che è proprio espressa
dalle "perdite di carico", che più scientificamente
e correttamente sono chiamate "perdite di pressione
totale".
Nel capitolo La resistenza al moto dell'aria vedremo
come procedere al calcolo
di tali perdite.
Equazione di Bernoulli
L’equazione di Bernoulli, applicata
al moto stazionario di un fluido in assenza di attrito, ha
la forma:
(1.1)
dove
v = velocità locale della linea di flusso , m/s
P = pressione assoluta, Pa (N/m2)
r = densità, kg/m3
g = accelerazione di gravità, m/s2
z = elevazione, m
Assumendo costante la densità del
fluido, l’equazione (1.1) si riduce a:
(1.2)
Sebbene l’equazione (1.2) sia ricavata
per fluidi ideali, in assenza di attrito, essa può essere
estesa ai fluidi reali, per l’analisi del comportamento di
quest’ultimi nelle reti di canali. In termini di pressione,
la relazione per la resistenza del
moto di un fluido reale in un condotto,
applicata tra due sezioni di quest’ultimo, è la seguente:
(1.3)
dove:
V = velocità media nella
sezione del condotto, m/s
D pt,1-2
= perdita di pressione totale dovuta alle perdite dinamiche
e per attrito, tra le sezioni 1 e 2, Pa
Nell’equazione (1.3), V (velocità media nella
sezione) sostituisce v (velocità locale della singola
linea di flusso), in quanto i valori sperimentali dei coefficienti
di perdita tengono già conto dell’errore dovuto alle variazioni
di velocità locale da
una linea di flusso all’altra.
Nelle normali applicazioni relative alle canalizzazioni per
impianti di condizionamento dell’aria, si può assumere con
buona approssimazione r
1 » r 2 »
r = costante. Inoltre,
la pressione assoluta P è definita
come:
(1.4)
dove
ps
= pressione statica relativa, [Pa]
pa=
pressione atmosferica, [Pa]
Introducendo
la condizione r
1 » r 2 »
r = costante e la
relazione (1.4) nella (1.3), trascurando il termine gr (z1 – z2),
si giunge alla seguente espressione finale, di uso pratico:
(1.5)